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  • Immagine del redattoreLuca Gonzatto & Laura Sofia Cariolato

Sri Lanka On The Road: Itinerario, Riflessioni e Consigli di Viaggio

Aggiornamento: 14 ago

Dopo 5 anni finalmente si ritorna in Asia.


Certo, in 5 anni ne sono cambiate di cose...


La pandemia, che volenti lenti, ha cambiato il modo di comunicare, vivere e spostarsi nel mondo.


Abbiamo acquistato casa, Luca ha lasciato un lavoro sicuro da dipendente per dedicarsi a qualcosa che non ha una forma ben definita, Laura ha completato un percorso di formazione che desiderava da tempo.


Si sono accumulate responsabilità e le nostre stesse priorità sono cambiate.


🥴 Abbiamo lasciato l'Italia sabato 29 luglio con la sensazione che non fosse il tempo giusto.


"Ma chi ce l'ha fatto fare di partire per un viaggio dall'altra parte del mondo con tutto quello che abbiamo da fare?"

Fatto sta che oramai i biglietti degli aerei erano stati presi e così abbiamo preparato lo zaino in fretta e furia la mattina stessa e siamo partiti.


Siamo partiti con un itinerario che praticamente era quasi nullo (come piace a noi).


Dopo un viaggio di quasi 24 ore con 2 scali, eccoci a Colombo.


La prima impressione è stata incredibile per essere in Asia.


Pace e silenzio.


E in Asia questo è davvero raro.


Ma prima di addentrarci nel day by day, eccoci con questo diario/guida che vuole essere un modo per ricordarci il viaggio visto che quando rientreremo nella normalità alcune cose sfumeranno, ma soprattutto perché desideriamo condividere.


E se possibile, essere utili a chi vorrà addentrarsi in un viaggio in questo incredibile e meraviglioso paese che è lo Sri Lanka.


🧳 ps. Se stai organizzando il viaggio in Sri Lanka ecco cosa non può mancare in valigia

  • Adattatore universale per corrente

  • Repellente antizanzare (non ce ne sono molte ma meglio prevenire)

  • Igenizzatore mani

  • Guida Lonely Planet per conoscere le curiosità, info dettagliate e molto altro

  • Pazienza, voglia di stupirsi e l'essenziale


🔗 Infine alcuni siti utili


🗺️ Qui sotto invece l'itinerario di viaggio che abbiamo costruito giorno per giorno e percorso con treni, taxxi e tuk-tuk


Giorno 0 / Arrivo a Colombo


Incredibilmente, una capitale dove si poteva stare 😆


Generalmente tendiamo a scappare dalle capitali, ma all'arrivo abbiamo subito sentito che qui qualcosa era diverso.


Era vero.


Si respirava già un'antica tradizione che non è definibile in una religione, ma come un modo di essere e di camminare.


Di colorare se stessi all'interno dell'universo e tra le cose che ci circondano.


Appena arrivati in aeroporto, un autista ci ha proposto un trasferimento per Colombo e, visto che eravamo troppo stanchi dal viaggio e dalla notte quasi in bianco, abbiamo accolto la richiesta con la consapevolezza che avremmo pagato più del dovuto.


Il venditore ci voleva rifilare un tour di 14 giorni, ma chiaramente non abbiamo accettato perché volevamo solo una cosa.


La nostra vita è già troppo organizzata.


Volevamo essere liberi, senza una meta, senza degli obiettivi.


Una volta arrivati alla macchina, comunque, c'era ad accoglierci un autista che si può descrivere con una sola parola: gentile.


Questa impressione di gentilezza l'abbiamo ritrovata più volte nel corso del tempo, ma il suo modo di porsi, di parlarci era carico di quella gentilezza tipica di chi vive con semplicità.


(Qui sotto il suo telefono, qualora possa essere utile)


Arrivati in una guesthouse davvero straordinaria, colma di pace e di bellezza, ci siamo sdraiati per riposare un attimo.


Giusto il tempo di riprenderci e siamo andati verso il centro, dove abbiamo potuto camminare tra le rotaie del treno per osservare, per la prima volta da questa parte di mondo, l'Oceano Indiano.


Incredibile.


Il tramonto rendeva tutto carico, denso di spiritualità e presenza.


Visto che era il primo giorno, abbiamo voluto trattarci bene e siamo andati in un ristorante davvero squisito, dove i proprietari adoravano le piante, per cui la vegetazione era fitta e densa attorno ai tavoli e i cibi erano davvero squisiti e non troppo piccanti.


Ci siamo addormentati la sera stessa, stanchissimi, ma con nel cuore un solo desiderio.


Non avere desideri o aspettative e goderci, per quanto possible, il presente.


--- qui la gallery del giorno che puoi scorrere con i pulsanti laterali


*****

🍎 Pasti: pranzo spesa al supermercato. Cena squisita qui Life'S Good Kitchen https://maps.app.goo.gl/YsBFaeJQkyaNXpTc6


🛌 Pernottamento: Highbury Colombo https://maps.app.goo.gl/AP3kupQJJfSGPpE79


🛣️ Spostamenti: Da aeroporto a Colombo taxxi +94779494749 (davvero gentilissimo. Basta mandare un messaggio WhatsApp per concordare la tratta che si attesta attorno ai 15 euro. Poi per il resto i tuk tuk)


☀️ Importante: contrattare sempre il prezzo con i driver, che siano tuk tuk o taxxi. All'arrivo in aeroporto puoi cambiare gli euro in valuta locale

*****



 

Giorno 1, 2 / Uno sguardo che è entrato dentro.

Uno sguardo che è durato pochi minuti, ma che è sembrato un'eternità. Uno spirito di unione, di protezione e di profonda empatia. È ciò che è accaduto il giorno 2 durante la celebrazione della luna piena ad Anuradhapura. Ma prima di raccontarti questo che è stato per me davvero toccante, facciamo un passo indietro...

--- Giorno 1. Colombo e viaggio per Anuradhapura.

Appena svegli ci siamo fiondati a visitare un po' Colombo visto l'idea era di prendere il treno alle 13.15. Non un treno "frecciarossa" per intenderci, ma un treno locale che vive e vibra con le persone del luogo. Prima però abbiamo preso un tuk-tuk e siamo andati al Gangaramaya Temple che si divideva in due parti. La parte interna molto curata, incorniciata da un bellissimo albero di Bodhi ma forse troppo ritualizzata. Troppo per i gusti locali, nel senso che abbiamo appreso da un abitante che per il buddhismo è vietato pregare.


Le rappresentazioni del Buddha, i templi che dovrebbero richiamare la sobrietà e l'essenzialità ci sono per ringraziare.

La parte esterna invece era incredibile proprio perché sospesa in un lago e molto in contrasto con la cornice fuori e i grattacieli di recente costruzione. Dopo questa visita siamo andati a fare la spesa per prenderci un po' di cibo e poi ci siamo diretti in stazione per prendere il treno che in 6 ore ci avrebbe portato ad Anuradhapura.

Il viaggio è stato incredibile.


Con un taxi avremmo risparmiato due ore, ma vuoi mettere il vivere la lentezza del treno, i paesaggi, la popolazione locale? Il timore iniziale era quello di rivivere i treni indiani che erano davvero caotici e dove abbiamo vissuto delle esperienze molto particolari, ma qui invece c'era molta quiete. Molto silenzio. Gentilezza anche qui la parola chiave. È stato un viaggio di un'intensità particolare perché osservare la gente del posto, salutarsi e scambiare qualche parola è stato profondamente arricchente. Il viaggio è durato quasi 6 ore e abbiamo percorso in treno 195 chilometri. In tutta l'Asia, la lentezza dei treni è incredibile. Di fronte a noi paesaggi che in taxi non avremmo mai visto: risaie, laghi circondati da alberi, mucche e chissà quali animali si nascondevano tra la giungla. Ogni tanto passava un mendicante a chiedere un'offerta, altre volte persone a vendere frutta o bibite. L'intensità di quel momento non lo scorderemo mai e, sebbene sia durato così tante ore, ci è sembrato troppo breve. Appena arrivati ad Anuradhapura, il silenzio. Profondo silenzio (in una stazione in Asia è incredibile!). Quiete e compostezza.

Ognuno sapeva dove andare e lo faceva con agilità ma con silenzio. La prima impressione è stata bellissima e poco dopo l'arrivo ci è venuto incontro un tuk-tuk per chiederci se volevamo un passaggio. Abbiamo concordato e contrattato il prezzo (sempre contrattare in Asia, ci hanno raccontato che non farlo addirittura è maleducazione) e siamo arrivati alla guest house. Un luogo molto semplice, con una vista sulle risaie mozzafiato (sotto le foto insieme ai riferimenti della guest house) e che sapeva proprio di casa. Abbiamo cenato con del riso, melanzane e uova e siamo andati a letto per prepararci a quella che sarebbe stata una giornata molto intensa sotto tutti i punti di vista.

--- Giorno 2 / Anuradhapura

Ci siamo svegliati all'alba con il canto degli uccelli della giungla e i primi raggi del sole che filtravano dalle finestre che davano sulle risaie. Tra il bagno e la camera c'era un albero, la casa era stata costruita attorno a lui. Anche se era molto presto (le 5.30), non riuscivamo più a riprendere sonno, per cui siamo saliti sul tetto. La sera prima, i proprietari della guesthouse ci avevano detto che lì la vista sulle risaie era bellissima. Avevano costruito una serie di rampe di scale che salivano sempre più in alto e la vista era davvero spettacolare. Tra i pappagalli di un verde brillante, in lontananza si vedevano le dagoba e gli stupa, alcuni più antichi, altri più recenti, che avremmo visitato più tardi insieme a una guida che abbiamo trovato in loco (e che Luca non voleva ascoltare, viste le troppe parole 🤣). Devi sapere che Anuradhapura è stata la capitale più antica dello Sri Lanka. Una città enorme per l'epoca, quasi al pari di Babilonia. Oltre a templi e palazzi, il re fece costruire anche dei laghi, incredibile pensare che questi bacini siano stati scavati dagli uomini poco a poco e poi riempiti d'acqua, nel lontano 300 a.C., e ancora oggi le persone ci passeggiano attorno o ci fanno il bagno. 🌳 Abbiamo visitato templi buddisti scavati dai monaci nella roccia, l'albero più antico del mondo che è "il figlio" dell'albero sotto cui il Buddha raggiunse l'illuminazione. Insieme a questo moltissimi stupa che contenevano ognuno una reliquia del Buddha, dei capelli, una clavicola, un pezzo della sua veste (ma quante reliquie esistono del Buddha?). Luoghi sacri e senza tempo. Angoli della terra in cui passato e presente si incontrano nelle stesse ritualità che le persone compiono da secoli e secoli. Anuradhapura è un luogo estremamente interessante dal punto di vista storico e archeologico, una città antica di cui restano solo delle rovine, ma è una città ancora molto viva e "vissuta". Abbiamo avuto la fortuna di trovarci in questo luogo il giorno di Luna piena, Esala Preara, una delle festività più sentite di tutto lo Sri Lanka. C'erano tantissime persone accorse da ogni parte del paese per l'occasione, vestite di bianco, per ringraziare il Buddha. ⚠️ Attenzione: ringraziare, non pregare, che è diverso. I buddisti abbiamo appreso che pregano Dio quando vogliono chiedere qualcosa, il Buddha era un maestro per cui si venera come tale. Perché questo?

Un Buddha è un individuo che si è risvegliato dal sogno della vita per come la intendiamo di solito, e ha scoperto chi è veramente.

Quindi significa che ognuno di noi può essere un Buddha e questo, fa tutta la differenza del mondo.


In quel giorno era gratis il cibo che veniva offerto a chi ne aveva bisogno da persone più ricche sotto forma di donazioni. Venivano fatte consulenze gratuite per curare qualche disturbo con le erbe, non si poteva tagliare il pesce né le uova, perché oggi si seguivano i precetti del Buddha. Nel pomeriggio invece siamo andati a Mihintale, un luogo incredibile immerso nella pace della vegetazione, dove si trova il primo tempio buddista di tutto lo Sri Lanka. Semplicemente meraviglioso. Pieno zeppo di scimmie. Più selvaggio rispetto ai templi della mattina, ma estremamente affascinante. Anzi, forse la natura che li faceva da padrona rendeva il tutto ancora più suggestivo. Molto curato, le persone che ci sorridevano e ci salutavano, anche qui la gentilezza era la parola migliore per descrivere questa esperienza. Ci siamo anche "impericolati" in un'escursione che solo in Asia può esistere. A parte la ripidità della salita e gli scalini (se così si possono definire) molto precari scavati nella roccia, un fiume di gente che saliva e scendeva in un modo che solo chi è animato da una viva fede può fare. La vista era bellissima. Lo Sri Lanka era davanti ai nostri occhi con tutto il suo fascino, la sua gentilezza. Siamo scesi per dirigerci verso la guesthouse e per prepararci alla serata. Abbiamo mangiato sempre nella guesthouse e ci siamo incamminati per vedere la parata della luna piena. Essendo molto buio, abbiamo preso un tuk-tuk che ci ha fatto sudare per la contrattazione perché chiedeva una cifra esorbitante. Siamo arrivati. Di fronte a noi qualcosa di incredibile: Un corteo infinito di donne che danzavano passi antichi. Uomini che giocavano con il fuoco, nel vero senso del termine Chi era sui trampoli, chi simulava delle battaglie, chi danzava. Tamburi e tanto fuoco. Nelle foto vedrai quanto fuoco e quanta solennità in quel corteo. E poi lo sguardo. Perché nel corteo c'erano anche degli elefanti illuminati da dei led accecanti che se li avessero messi a me mi sarei stordito (ancor più di quanto sono). Noi non amiamo quando negli spettacoli ci sono degli animali perché non si sa mai come vengono trattati. Vero che siamo nella città del buddhismo dove il rispetto per gli animali e l'ambiente è tra i precetti, ma non si sa mai. 🐘 Ad un certo punto un elefante si è fermato proprio davanti a noi, ci ha guardato. Ci siamo fissati per minuti, ore, anni. Chissà. Quel che so è che ho sentito una profonda unione. Profondissima. Un legame infinitamente potente. Una richiesta di aiuto. Questo sguardo mi ha commosso profondamente ed ho sentito impotenza. Non potevo aiutare quell'elefante che molto probabilmente aveva dei cuccioli che chissà dove erano. Al contempo ho sentito anche tanto potere. Potere di scegliere e di decidere. Perché sì, noi come esseri umani abbiamo il dovere di proteggere le creature più fragili. Quelle che non hanno voce, quelle che non vengono considerate nelle strategie politiche ed economiche. Ho risentito quella fiamma di quando quasi 15 anni fa ho scelto di non mangiare più carne.

Perché ogni animale è una parte di noi e siamo qui per camminarci affianco.

Non davanti e non dietro. Di fianco. E nessun gesto è più potente del scegliere cosa mangiare perché quando mangiamo senza consapevolezza succede il casino. Ogni giorno più di 40.000 bambini muoiono per cause legate alla malnutrizione o alla scarsità di cibo (vedi: World Health Organization).


Eppure in molti paesi dell’Occidente le persone sprecano un’incredibile quantità di cibo. Usiamo i cereali che coltiviamo per produrre alcolici e nutrire il bestiame. Vogliamo mangiare pollo, carne di maiale e carne di manzo, ma per produrre un 1kg di carne dobbiamo usare una quantità di cereali pari a 15 volte tanto. Senza contare la sofferenza degli animali che quella a livello karmico è un peso grandissimo. Riesci a sentirlo? La consapevolezza d'altronde ci aiuta a vedere cose che altri non riescono a vedere.


Ecco perché, prima di mangiare, dovremmo osservare il nostro cibo per scoprire se mangiarlo nuocerà al nostro reale benessere oppure contribuirà a svilupparlo.

La seguente contemplazione presa in prestito dal maestro tich nath han che per i pasti può rivelarsi molto utile:

Mangiamo in modo tale da tenere viva la nostra compassione, alleviare la sofferenza degli esseri viventi, preservare il nostro pianeta e invertire i processi del cambiamento climatico globale.

Questa è la promessa che ho fatto all'elefante.

"Mio cuore paziente, aiutami a ricordare l’amicizia con ogni forma di vita. Perché siamo luce della stessa Luce e voce della stessa Voce."

Queste parole di Daniel Lumera le ho sentite profondamente insieme alla promessa di non lasciare inascoltato quel messaggio che ho sentito, di nuovo come quindici anni fa, risplendere nel cuore. 🙏 Grazie per avermi letto sino a qui e non vediamo l'ora di leggerti nei commenti. Il giorno successivo sarà molto particolare perché c'è stato un bell'imprevisto di cui ti parleremo. Grazie e...

Om Lokah Samastha Sukhino Bhavantu

Normalmente il mantra viene tradotto come "possano tutti gli esseri del mondo vivere felici e liberi". Alcune fonti aggiungono: "e che i pensieri, le parole e le azioni della mia vita contribuiscano in qualche modo a quella felicità e libertà per tutti." *****

GIORNO 1 E 2

🍎 Pasti: - giorno 1: pranzo sempre spesa al supermercato dove abbiamo acquistato delle gustosissime banane e dei Roti (involtini tipici). Cena nella guest House con riso fritto alle verdure, uova, melanzane - giorno 2: Pranzo da dimenticare, cena nella guest House 🛌 Pernottamento: - giorno 1 e 2: heaven upon rice fields https://www.booking.com/Share-sU9iWq (sopra la nostra recensione) - 20 euro a notte circa 🛣️ Spostamenti: - treno a 4 euro - tuk-tuk per spostamenti minori *****

--- qui la gallery del giorno che puoi scorrere con i pulsanti laterali




--- Giorno 3 / In viaggio da Anuradhapura a Trincomalee


Quando la toilette diventa la tua migliore amica 🤣


Il programma per questo nuovo spostamento da Anuradhapura a Trincomalee era di prendere un bus locale per risparmiare e vivere la vita della gente del luogo, ma...


Come si suol dire, si possono fare tutti i programmi del mondo, ma poi è la vita a sistemarli.


Lao Tzu diceva proprio che


"Un buon viaggiatore non ha piani precisi, e il suo scopo non è arrivare."

Questa dovrebbe essere una bussola per ogni nostra tappa, perché, in fin dei conti, la nostra stessa vita non è che un viaggio.


Spesso ci scordiamo che non siamo eterni, e questo ci porta a dimenticare che il nostro compito qui va ben oltre al fatto di rispettare delle scadenze o realizzare dei progetti.


Dove è la nostra presenza nella vita in tutto questo?


Questa consapevolezza è fondamentale anche in un viaggio on the road, perché mentre si viaggia accadono mille cose.


Come, ad esempio, un banale mal di pancia, che quando si va in Asia è assicurato quasi al 100%, ma che cambia tutto.


Infatti, questo è accaduto, e ci siamo presi qualche ora posticipando la partenza per "riposare" un po' di più in quella guest house tra le risaie.

Riposare tra virgolette, perché è qui che ci è arrivata l'idea di creare un blog.


Il nostro desiderio era quello di raccontare la nostra esperienza a chi aveva piacere di seguire questo tour in Sri Lanka, ma non solo...


Vidyanam è nata proprio per condividere, e da qui il desiderio di pubblicare alcune delle riflessioni di viaggio e al contempo cercare di essere utili condividendo l'itinerario e i contatti qui sul posto.


Ci piacerebbe molto sapere che un giorno qualcuno, ispirato da questi racconti, decidesse di partire e di utilizzare quanto qui scritto.


Visto che stavamo così così, abbiamo optato per la via più comoda per raggiungere la prossima tappa: andare in taxi.


Abbiamo cercato un autista tramite l'hotel e contrattato un po', ma non ci convinceva perché il prezzo ci sembrava troppo alto.


Così abbiamo utilizzato un'app locale trovando dei prezzi più abbordabili.


Non volevamo andare in un'agenzia perché, oltre al risparmio, ci piace sempre molto poter sostenere la gente del posto che vive veramente con poco.


Sebbene la situazione igienica e di ordine sociale sia meglio rispetto all'India, comunque più di qualcuno ci ha condiviso la difficoltà di campare.


(Per darti un'idea, guadagnano dai 150 ai 200 euro, e la benzina costa un euro!)


Sbrigate le pratiche alla guesthouse, partiamo in direzione di Trincomalee, nel nord-est dello Sri Lanka.


Un luogo famoso per le spiagge tropicali dove volevamo trascorrere un paio di giorni vicino all'oceano Indiano.


Iniziamo il viaggio con il nostro driver, un giovane ragazzo di 28 anni molto disponibile.


A parte essere stati fermati ben due volte dalla polizia (tra cui anche una multa!), durante il viaggio ci ha raccontato un po' della sua vita.


Di quanto ama lo Sri Lanka ma al contempo di come il governo stia mettendo la popolazione a dura prova con un aumento spaventoso del carburante e in genere di tutti i beni di prima necessità.


Non era il primo a dirci di non essere contento del governo e dell'attuale presidente...


Man mano che ci avvicinavamo alla meta, i paesaggi cambiavano: si passava da città affollate a luoghi incontaminati.


Siamo arrivati a Trincomalee (per l'esattezza a Uppuveli), e la struttura che avevamo scelto il giorno prima tramite booking era davvero graziosa a prima vista: una casetta di legno poco lontano dalla spiaggia.


Però era caldissima e piena di zanzare e abbiamo chiesto di cambiare stanza...


Visto stavamo così così, ci siamo finalmente riposati, abbiamo lavorato un po' e soprattutto abbiamo iniziato a scrivere il blog per condividere il nostro viaggio 🤩


Man mano che la scrittura procedeva, eravamo sempre più entusiasti e felici di condividere la nostra esperienza in una forma che non vuole avere nessuna pretesa di insegnare qualcosa, ma semplicemente di essere utile a chi vorrà magari intraprendere un viaggio on the road come questo...


Di condividere con chi leggerà "queste pagine di diario" una parte di noi e chissà, magari portare il lettore insieme a noi in questo viaggio.


Dopo qualche ora ci siamo decisi ad andare in spiaggia, che distava solo un paio di stradine.


Siamo arrivati e... Wow!


Un luogo incredibile 🤩


Un luogo che richiamava quelle spiagge tropicali da sogno che si vedono solo nei film: il mare blu, le palme mosse da una leggera brezza, la sabbia grigio chiaro, di un colore quasi lunare.


A sinistra, una giungla che incontrava il mare.


A destra, la cittadina e il forte che saremmo andati a visitare l'indomani.


Non abbiamo resistito e abbiamo passeggiato in riva all'oceano al tramonto, felici di essere qui nonostante il malessere che ci accompagnava da qualche ora.


Camminando abbiamo visto un negozio che proponeva escursioni in barca per vedere i delfini e le balene, e siamo andati ad informarci, dato che un punto di Trincomalee (Swami rock, o Fort Frederick) è stata ufficialmente dichiarato dagli oceanografi miglior punto di osservazione mondiale per le balenottere azzurre.


Un ragazzo molto competente e qualificato ci ha spiegato tutto, e abbiamo concordato di trovarci la mattina dopo alle 6.


(Sotto i riferimenti)


L'escursione comprendeva anche lo snorkeling ed eravamo davvero curiosi dato che era per noi una nuova esperienza.


Siamo rientrati e sempre a digiuno ci siamo addormentati presto visto il giorno dopo saremo partiti alla ricerca dei delfini e delle balene 🐳🐋🐬



--- Giorno 4 / Abbandonarsi al flusso


La notte è stata... beh... un inferno 😅


Quelle casette erano costruite attorno al meraviglioso albero che ospitava tutti gli uccelli della giungla, che invece di dormire sembravano essersi svegliati tutti durante la notte.


Laura non riusciva a prendere sonno perché si sentivano così tanti animali, tra cui un uccello con un verso simile al suono di una sveglia, che ha iniziato a cantare la notte e ha smesso solo all'alba.


Luca non ha dormito un'ora a causa del mal di pancia e di un'agitazione mentale che sembrava una scimmia impazzita, correndo avanti e indietro cercando soluzioni a problemi inesistenti al momento.


Hai presente quando la mente e' troppo rajasica?


Ecco 😆


La notte sembrava infinita, ma finalmente alle 5 è suonata la sveglia (e l'uccello-sveglia ha smesso di cantare).


Inutile dire che eravamo esausti.


Il giorno prima, digiuno, mal di pancia e nessuna ora di sonno.


Dopo averci riflettuto a lungo, abbiamo deciso di rinunciare all'escursione, o meglio...


Di andare in spiaggia per avvertire che non saremmo andati.


Il proprietario è stato molto gentile e ci ha permesso di posticipare l'escursione al giorno successivo.


Ancora una volta, la gentilezza ci ha sorpreso e ci ha fatto riflettere su quanto poco sia necessario per migliorare la giornata di qualcuno e, di conseguenza, di tutto il mondo.


Eravamo in spiaggia, erano le 6 del mattino, e cosa potevamo fare se non ammirare l'alba?


Ci siamo seduti in riva al mare ed è stato uno spettacolo magnifico che ci ha rigenerato...


Eh sì, perché in ogni momento della vita dovremmo ricordarci che oltre alle nostre paure, oltre ai nostri problemi, esiste il mare.


Esiste una bellezza così grande che non chiede di essere guardata, ma semplicemente rispettata.


Con l'umiltà di essere esseri umani e di mettersi al servizio della vita.


Anche se tutto sembra nero, anche se tutto sembra troppo pesante da sopportare, dobbiamo ricordarci di un proverbio serbo che dice:


"Sii umile perché sei fatto di terra; sii nobile perché sei fatto di stelle."

A parte la mancanza di sonno, grazie all'energia del sole ci siamo sentiti meglio e abbiamo deciso di visitare il forte.


Appena arrivati, ci ha subito colpito il senso di stupore, meraviglia, bellezza e solennità del luogo.


Nonostante fosse un'antica struttura militare, ora appartenente all'esercito dello Sri Lanka, in passato era anche un importante luogo di culto buddista e indù, e ovunque pascolavano liberi dei bellissimi cervi pomellati.


Ci hanno spiegato che qui i cervi sono sacri, per cui non possono essere uccisi né mangiati, e ciò ci ha fatto molto piacere perché in fin dei conti...


Quanta violenza in meno ci sarebbe nel mondo se solo aprissimo un po' di più gli occhi?


Il Mahatma Gandhi diceva:

Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali

Iniziamo da qui quindi per ricostruire una nuova società fondata sulla compassione e il rispetto.


La vista da lì era stupefacente, con una statua del Buddha in piedi che si elevava sopra il porto e, poco distante, un tempio indù dedicato a Shiva con una grande statua posta su un promontorio per proteggere lo Sri Lanka dai disastri naturali.


Ci ha ricordato molto i bellissimi templi colorati che abbiamo visitato nel nostro viaggio in India del Sud cinque anni fa.


La mattinata trascorsa al forte ci ha riempito di energia, tanto che abbiamo deciso di tornare finalmente a mangiare.


Abbiamo preso un tuk tuk e siamo tornati alla spiaggia di Uppuveli, dove abbiamo trovato un posto molto carino.


Con le onde dell'oceano davanti a noi e l'ombra delle palme, abbiamo gustato del riso fritto alle verdure che era semplicemente il più buono del mondo. Sarà perché eravamo digiuni da qualche ora o forse perché in Asia il cibo è squisito ovunque... 🍜


Tornati a casa, ci siamo presi qualche ora per riposare e nel frattempo abbiamo organizzato la prossima tappa del viaggio - saremmo andati verso l'interno del paese, nella zona delle antiche città:


🦁 la prossima destinazione sarebbe stata Sigiriya (ma di questo parleremo nei prossimi giorni).


Ma prima di concludere la giornata: Nilaveli.


Una lunga distesa di sabbia grigio-bianca, con palme e l'oceano di fronte a noi.


Questa bellissima spiaggia era molto essenziale e senza alcuna struttura ricettiva, un luogo più selvaggio ma con tutto ciò di cui avevamo bisogno.


Abbiamo passeggiato un po' e poi ci siamo seduti sulla sabbia tra le libellule che si appoggiavano dappertutto.


Luca non ha resistito al richiamo dell'acqua e, dato che si sentiva molto meglio, è entrato nell'oceano.


È stata un'esperienza incredibile. Le onde erano molto alte rispetto a quelle del nostro mare Adriatico (anche se queste spiagge sono conosciute per essere tra le più tranquille di tutto lo Sri Lanka).


Lasciarci andare alle onde è stato incredibile, perché è stata la testimonianza di quanto sia importante lasciar andare e abbandonarsi al flusso per affrontare le sfide della vita (lo avremmo scoperto molto bene il giorno dopo).


Se ci si oppone alle onde, si viene travolti e si beve acqua.


Ma se ci si lascia andare, si rimane in superficie senza sforzo.


Lasciare andare il controllo, era questa la lezione di cui avevamo bisogno perché se ci guardiamo dentro, l'eccessivo controllo deriva da una non accettazione della vita e delle situazioni.


Durante le letture di viaggio, abbiamo appreso che secondo il Buddha:

il motivo per cui soffriamo è anche perché non accettiamo le cose così come sono.

Utilizziamo un sacco di energia per cambiare quelle cose che oggettivamente sono al di fuori del nostro controllo, mentre siamo paralizzati nelle cose che invece possiamo veramente cambiare.


Esempio: Non possiamo cambiare un collega che si comporta male, ma possiamo cercare di comprendere quali aspetti di noi vengono toccati dal suo comportamento. Oppure vogliamo risolvere il problema della fame nel mondo, senza però partire dalla nostra alimentazione.



Comunque in tutta la sua semplicità, nonostante le zero ore di sonno e il mal di pancia, è stata una giornata indimenticabile.


Perché lo sappiamo, la vera felicità sta nelle piccole cose.


Grati per tutto questo, siamo andati a letto felici per la giornata e con l'entusiasmo che il giorno dopo avremmo finalmente potuto fare l'escursione anche se...


non ci saremmo mai aspettati di trovarci in una situazione di cui ti racconteremo tra pochi giorni.



--- Giorno 5: a spasso per l'Oceano Indiano


Alle 5.45 è suonata la sveglia 🔔


Siamo riusciti a dormire, e questo ci sembrava un grande dono, sebbene fossimo in tremendo ritardo perché l'appuntamento era alle 6.


Ci siamo messi subito in marcia per la spiaggia e, trafelati, siamo arrivati, questa volta carichi e pronti per l'esperienza.


Non avevamo mai fatto una cosa simile ed eravamo molto entusiasti, sebbene avessimo timore degli squali 😆


(Luca ha paura degli squali a Sottomarina, a Venezia, figuriamoci nell'Oceano Indiano).


Si salpa!


E' bastato allontanarsi un po' dalla costa, ed eccoli comparire tra le onde.


Agili, giocosi e quasi divertiti, ecco i delfini sfrecciare attorno a noi quasi come a voler inseguire la barca.


È stato incredibile vederli nel loro ambiente naturale.


Ci ha commosso vederli giocare liberi tra le onde quasi come a ricordarci che anche noi, che apparteniamo alla terra ferma, possiamo darci l'opportunità di tuffarci nel mare delle esperienze.


Ma ancora una volta serve affidarsi; serve fiducia, assenza di controllo.


In quei momenti una frase di Gianluca Gotto ha risuonato dentro di noi:

"Non pensare alla vita, vivila."

Avremmo voluto fare delle foto, ma eravamo troppo immersi nell'esperienza per riuscirci.


Dopo aver visto i delfini, siamo andati alla ricerca delle balene, ma di quelle neanche l'ombra.


O meglio, sicuramente c'erano, ma i nostri occhi non riuscivano a vederle, molto probabilmente erano sotto di noi (e sicuramente anche qualche squalo, ma... meglio non pensarci).


Al di là di questo, l'attesa in mare è stata meravigliosa.


Dopo la rincorsa ai delfini e le onde che sbattevano contro la piccola imbarcazione, quel momento di stasi ci sembrava un dono.


Siamo rimasti alcuni minuti in quelle condizioni prima di avventurarci nell'ultima esperienza dell'escursione: lo snorkeling.


Era la prima volta per entrambi che indossavamo maschera, boccaglio e pinne nell'oceano, e dopo esserci tuffati, ci sembrava di essere entrati in una nuova dimensione.


Pesci incredibili dai colori brillanti, coralli dalle strane forme che ondeggiavano al ritmo del respiro dell'oceano.


Sotto la superficie del mare, un mondo pieno di vita, bellezza e armonia.


Ci siamo tenuti per mano in quei momenti.


Chissà quanti altri pesci si nascondevano tra le rocce, e poco più in là ci hanno detto che nuotavano le tartarughe marine.


Ci siamo addentrati ancora di più per vederle, ma ecco le meduse, piccole e carine, trasparenti con filamenti di un colore fucsia acceso, che non ci hanno permesso di proseguire perché ci hanno punto, e che male.


Chissà quanto tempo siamo stati in quell'acqua così piena di vita.


Sappiamo solo che Trincomalee ci è rimasta nel cuore, ma così come un monaco per mantenere saldo lo spirito del non-attaccamento non può rimanere per più di tre mesi nello stesso luogo, anche per un viaggiatore è importante non attaccarsi troppo ai luoghi e alle esperienze.


Con uno spirito quasi nostalgico abbiamo prenotato la stanza per la notte e preparato lo zaino, pronti per la nuova meta:


🦁 Sigiriya, uno dei luoghi più suggestivi dello Sri Lanka.


Non essendoci bus e treni disponibili, abbiamo preso un taxi e dopo due ore siamo arrivati a destinazione.


La guest house che abbiamo scelto era bellissima: pulita, luminosa e colorata. Un giovane ragazzo ci ha accolto e ci ha offerto di sederci sotto il porticato, tra le bellissime piante, per sbrigare le pratiche burocratiche.


La stanza aveva un bagno dove si poteva stare davvero bene, e i due fratelli titolari erano incredibilmente gentili e disponibili.


Ci hanno anche accompagnato gratuitamente a Sigiriya per la salita a Lion's Rock, apprezzabile all'alba o al tramonto, come nel nostro caso.


Il panorama era mozzafiato, sembrava uscito da un film di Avatar.


Più camminavamo per gli antichi giardini e i canali di irrigazione, più ci sentivamo immersi in quella storia millenaria.


Sulla sommità della roccia è stato costruito un palazzo, poi divenuto un monastero, e alla base della scalinata enormi zampe di leone proteggevano l'entrata.


Un tempo c'era tutto il leone, ora restano solo le zampe, ma all'epoca dev'essere stato incredibile.


Abbiamo iniziato la scalata alle 16.30 con un caldo pazzesco. Le scimmie, particolarmente furbette, ci accompagnavano lungo la salita.


Arrivati in cima completamente senza fiato, la bellezza di quel luogo ci ha lasciato senza parole.


Abbiamo cercato un posto all'ombra per riprenderci e fare uno spuntino, ma abbiamo commesso due errori.


Primo, abbiamo lasciato la bottiglietta d'acqua fuori dallo zaino e una scimmia l'ha presa ed è incredibilmente riuscita ad aprire il tappo e a bere.


Secondo, abbiamo lasciato una merendina tra di noi, e una scimmia ci è saltata sopra nel tentativo (riuscitissimo) di rubarla 🙈


Ci siamo spaventati tanto che siamo scesi subito e andati in ospedale per un controllo, nonostante stessimo bene.


Il ragazzo gentilissimo della guesthouse ci ha accompagnato e aiutato con la traduzione.


Avevamo pregiudizi sugli ospedali asiatici, ma abbiamo trovato una dottoressa paziente che ci ha visitato e rassicurato, fornendoci anche farmaci preventivi. Abbiamo anche ricevuto supporto dall'assicurazione medica italiana e dagli amici (uno speciale ringraziamento a Giorgio Monti, Dafna Moscati che anche lei ha vissuto un esperienza con una scimmia tanto da scriverne un libro, e Moira Penzo)


Finita la trafila in ospedale, siamo tornati nella guesthouse stanchissimi e grati per l'opportunità di vivere un'esperienza così intensa e ci siamo addormentati senza pensare o sapere cosa avremmo fatto il giorno dopo perché d'altronde....

"Non pensare alla vita, vivila"

*****

GIORNI 3, 4, 5


🍎 Pasti:

- Giorno 3: digiuno

- Giorno 4: riso in bianco per Laura / Riso Fritto con Verdure per Luca in un ristorantino buonissimo locale https://g.co/kgs/y6LLn6

- Giorno 5: Pranzo: Noodles con Funghi in un locale in spiaggia a Fernando's Beach / Cena: Kotthu, specialità di pane e verdure. Buonissimo


🛌 Pernottamento:

- Giorno 3 e 4 a Trincomalee: Silaa Cabana https://g.co/kgs/y6LLn6

- Giorno 5 a Sigiriya: Palitha Homestay ❤️https://maps.app.goo.gl/NekaPx3PVgKHCrhj9


🛣️ Spostamenti:

- Driver e Tuk tuk

- Esperienza in mare: https://maps.app.goo.gl/XVKTMDMhYS527ebv9

*****


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--- Giorno 6 / Nei dintorni di Sigiriya alla ricerca dell'origine

La notte trascorsa nella guesthouse, situata all'interno del Minneriya National Park, ci ha donato una sensazione di profonda rigenerazione. I proprietari ci avevano avvertito di evitare di percorrere le strade di notte e al mattino presto a causa del rischio di incontrare pericolosi elefanti selvatici 🐘 Oltre alle occasionali scimmie che facevano festa sul tetto, chissà quanti altri animali potrebbero essere passati mentre dormivamo 😅. Al risveglio, ci siamo sentiti rigenerati e abbiamo deciso di ritornare a Lion's Rock, poiché il giorno precedente essendoci precipitati in ospedale per un controllino a Laura, non avevamo avuto l'opportunità di esplorare adeguatamente quel luogo affascinante e misterioso. 🥞 Prima di partire, abbiamo goduto di una deliziosa colazione preparata dalla madre dei proprietari, poiché come si sa, le mamme di tutto il mondo sono spesso le cuoche migliori. La colazione con pancakes ripieni di banane e tè prelibato, raccolto proprio in Sri Lanka, è stata straordinaria. Alla biglietteria, abbiamo spiegato la situazione e, con grande gentilezza, ci hanno permesso di utilizzare i biglietti acquistati il giorno precedente. ( Rientrati nel parco, abbiamo evitato di portare con noi acqua o cibo che potesse attirare le scimmie 🙈) Ci siamo completamente immersi nella storia, affascinati dalla magnificenza dei luoghi e dall'antica grandezza che devono avere avuto. È sorprendente come l'essere umano abbia potuto creare tali straordinarie opere, sfidando le leggi della gravità e le condizioni estreme, allo scopo di costruire imperi. Tuttavia, nel processo, sembra che abbia perso il suo legame ancestrale con la Madre Terra e con se stesso, forse in cerca di sicurezza, potere sugli altri e di una divinità che, in realtà, risiede all'interno di ogni individuo e di ogni forma di vita visibile e invisibile su questo pianeta.

⁉️ Durante il nostro viaggio in Sri Lanka, ci siamo spesso chiesti perché, nonostante il buddhismo non implichi il "pregare" ma la meditazione e il ringraziamento, vi sia ancora una considerevole ritualità, venerazione delle immagini e un certo dogmatismo.

Mentre l'influenza dell'induismo è palpabile e ha avuto un ruolo nel buddhismo locale, questo è un argomento che intendiamo esplorare nei prossimi giorni. Durante le conversazioni con le persone locali, abbiamo scoperto che esistono molteplici correnti del buddhismo, dalle più settoriali, rivolte ai monaci, a quelle più popolari, tibetane e zen. Questa diversità è inevitabile data la ricchezza dell'esperienza umana e la continua ricerca che ha plasmato i secoli. Al di là di queste riflessioni e interrogativi, abbiamo fatto una scoperta sorprendente: per la prima volta, abbiamo visto un piccione tanto che Luca, con stupore, ha esclam: "Cosa ci fa qua uno dei nostri?" 🤣 Rientrati alla guesthouse in un tuk tuk, ci attendeva un pasto squisito tipico dello Sri Lanka. Coloro che viaggiano conoscono bene la sensazione di sentirsi a casa anche nei luoghi più remoti del mondo, nonostante la distanza migliaia di chilometri dal luogo di nascita. 🏘Ma cosa significa realmente "casa"? "Casa" può essere un luogo in cui ci si sente a proprio agio, al sicuro e circondati da persone fidate. Tuttavia, se la concepiamo internamente, "casa" può esistere ovunque. In qualsiasi luogo in cui chiudiamo gli occhi e semplicemente "sentiamo"...


I luoghi sono come le persone. Dovremmo ringraziarli e salutarli quando arriviamo e quando andiamo via. Con un respiro portarli dentro di noi e semplicemente dire "Grazie per avermi ricordato che ogni presente è la mia casa. Daniel Lumera

Sentiamo di essere piccoli puntini dispersi in un universo infinito e il giorno seguente a Polonnaruwa questa sensazione sarebbe stata fortissima.



--- Giorno 7: tra gli antichi ricordi e la magnificenza di Sigiriya


Per conoscere davvero, bisogna prima spogliarsi di tutto ciò che si crede di sapere.

Questo è stato il mantra che ci ha accompagnato durante questa giornata alla scoperta di Polonnaruwa e successivamente nella scalata di Pidurangala.


Dopo aver gustato una colazione a base di Dhal, frutta e uova, ci siamo messi in marcia alla volta delle rovine di Polonnaruwa.


L'antica città sembra ancora risuonare con gli echi del suo glorioso passato, riflesso nelle pietre scolpite con le immagini del Buddha e nelle torri avvolte nel mistero.


È un luogo dove la storia prende vita, guidando l'immaginazione attraverso un intricato labirinto di grandezza ormai perduta e segreti sepolti nel tempo.


Nel nostro percorso, abbiamo avuto la fortuna di essere accompagnati da una guida estremamente competente, che con maestria e professionalità ci ha svelato ogni dettaglio su queste antiche rovine.


👑 Abbiamo appreso come il re Parakramabahu abbia dato vita a questa immensa città, progettando canali di irrigazione e creando un'enorme riserva d'acqua artificiale. Attraverso scambi commerciali, ha esportato riso in tutta l'Asia, ottenendo in cambio metalli preziosi e altre merci che erano rare nell'isola di Sri Lanka.


La distruzione delle statue del Buddha da parte degli invasori indiani è un triste capitolo della storia di Polonnaruwa. Tuttavia, una statua è stata risparmiata, nascosta dagli abitanti prima che l'attacco raggiungesse quella parte della città.


Questa statua ci è giunta intatta attraverso i secoli, regalandoci la possibilità di ammirarla ancora oggi nella sua magnificenza originale.


Infine, la guida ha dissipato una curiosità che ci aveva affascinato fin dal nostro arrivo in Sri Lanka: perché il leone è il simbolo di questa nazione, presente anche sulla sua bandiera, quando in realtà non ci sono leoni in Sri Lanka? 🦁


La leggenda narra che una principessa, tenuta prigioniera da suo padre, diede alla luce due figli da un leone. Questi figli diventarono i progenitori del popolo singalese. Nel loro sangue scorre la potenza simbolica del leone.


Dopo la visita a Polonnaruwa, siamo tornati alla nostra guest house per un pranzo ristoratore. Poiché non ci mancava l'energia, siamo subito partiti per affrontare la scalata di Pidurangala.


Questa escursione ci ha portato a sfidare la sagoma imponente e misteriosa di Sigiriya, un'impresa che ci ha fatto battere il cuore, specialmente quando ci siamo trovati faccia a faccia con alcune scimmie lungo il percorso 🙈


L'ultimo tratto della scalata, in particolare, richiedeva di passare attraverso una fessura incredibilmente stretta.


Non è stato semplice, ma ciò che ci attendeva in cima ne è valsa ogni goccia di sudore.


Con antichi segreti e panorami mozzafiato a farci da compagnia, la vista che si è aperta una volta arrivati in cima era assolutamente indimenticabile.


In quel momento, la bellezza incontaminata dello Sri Lanka si è svelata in tutto il suo splendore, regalandoci un'ultima visione magnifica e mozzafiato di questa terra selvaggia e meravigliosa. Tuttavia, il giorno successivo, avremmo salutato tutto ciò per addentrarci in una città dalla quale siamo subito fuggiti.



--- Giorno 8: toccata e fuga a Kandi alla ricerca della ritualità


Il programma della giornata era molto fitto e così ci siamo svegliati presto per colazione e con un senso di nostalgia abbiamo salutato i ragazzi della guesthouse che tanto calorosamente ci hanno accolto.


Una sensazione che ci ha accompagnato per tutto il viaggio è stata proprio quella di essere figli.


Figli della vita prima di tutto.


Di essere accuditi da ogni persona che incontravamo e questo ci ha portato a riflettere su quanto alla fine il mondo sia sempre un posto migliore di come lo immaginiamo.


La scimmia a Sigiryia ci ha anche insegnato a imparare a rilassarsi, senza però mai perdere il controllo e l'attenzione.

Che sia comunque un driver, un tuk tuk, alla biglietteria del treno, una tavola calda o una guesthouse, in ogni momento ci siamo sentiti protetti e profondamente accolti.


Quel giorno siamo infatti partiti con un driver di una gentilezza estrema (non c'erano purtroppo collegamenti ferroviari) e nel tragitto abbiamo fatto diverse tappe.


Una tappa imperdibile erano il tempio e le grotte di Dambulla: 5 grotte completamente dipinte con immagini di Buddha e fiori di loto. Qui si trovano i primi dipinti del Buddha mai fatti in Sri Lanka, ed è veramente un luogo di pace, silenzio e serenità.


La seconda tappa è stata Nalanda Gedige: il punto al centro esatto dello Sri Lanka. Un bellissimo tempio in stile hindu (l'unico con sculture erotiche in tutto lo Sri Lanka) e un minuscolo museo in mezzo alla vegetazione.


Terza tappa prima di arrivare a Kandy, un giardino di spezie. Eravamo curiosi di vedere come si ricavano vaniglia, cannella, noce moscata, zenzero, curcuma, e abbiamo visto anche il cacao, gli ananas (che non crescono su un albero alto ma su piantine piccole! Questa cosa ci ha incuriosito molto), e ancora il sandalo, l'aloe e tante altre piante...


Dopo questa sosta abbiamo proseguito il viaggio e arrivati a Kandy abbiamo sentito subito il bisogno di scappare 😖


Troppo traffico, smog, troppa confusione per i ritmi naturali ai quali ci eravamo abituati, e infatti il giorno dopo così abbiamo fatto.


Non prima però di aver visitato il tempio dove si trova la reliquia più importante di tutte: il dente di Buddha.


Un tempio enorme e sontuoso, un luogo sacro visitato da tanti turisti e soprattutto buddhisti che vengono qui almeno una volta nella vita per vedere il dente di Buddha.


Spoiler: il dente non si può vedere, perché è contenuto in una serie di scatole d'oro stile matrioska, però abbiamo avuto la possibilità di trovarci di fronte alla reliquia in un momento in cui fatalità non c'erano altre persone nella stanza, solo noi e un monaco, ed è stata un'esperienza molto intensa.


Chissà se realmente dentro c'è un dente, e chissà se veramente era del Buddha...


Sta di fatto che la ritualità aiuta a percepire la sacralità che permea quel luogo.


Come scrive Daniel Lumera, il rito è portare l'invisibile nel visibile, rendere manifesto lo spirito che permea ogni cosa...


Che sia il dente del Buddha o un albero o qualsiasi altra cosa, tutto è sacro, siamo noi a non esserne consapevoli la maggior parte del tempo.


Il viaggio in Sri Lanka ci ha riportato proprio a questo.


Nella nostra società siamo portati a credere che per fare un rituale ci sia bisogno di strumenti e formulevparticolari invece, come ci insegna Alessandra Comneno tutto può essere un rito:


Anche bere un bicchiere d'acqua perché:


Con quel che si ha si fa.


*** GIORNI 6, 7, 8 🍎 Pasti: sempre nella guesthouse, cibo naturale cucinato con amore dalla mamma dei ragazzi 🛌 Pernottamento: Palitha Homestay https://maps.app.goo.gl/NekaPx3PVgKHCrhj9 (non ce ne saremmo più andati da quanto si stava bene) A Kandy The Heaven's Villa https://maps.app.goo.gl/ZmpMfA3aU6C5TUon9 🛣️ Spostamenti: in tuk tuk nella zona di Sigiriya, macchina per Polonnaruwa (alla guesthouse ci hanno fatto un buon prezzo), spostamento in macchina da Sigiriya a Kandy con le tappe intermedie. Amal Prasad è l'autista che ci ha accompagnato: +94761131795 (Whatsapp) *****


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--- Giorni 9: Il richiamo delle montagne a Nuwara Eiya


Mentre stiamo scrivendo siamo in viaggio in treno per colombo e il rumore delle rotaie ci accompagna.


I giorni che son seguiti sono stati un ritornare alla natura.


Dopo tutta la cultura, l'immensità dei templi, le città, i vari mal di pancia e l'avventura dell'ospedale avevamo bisogno di ritrovare una dimensione più naturale.


Ed è così che dopo esserci svegliati ci siamo precipitati in stazione per nuwara eliya.


Una meta conosciuta per i suoi tratti inglesi.


La mattina siamo andati in stazione ed è stato molto divertente perché eravamo seduti dalla parte opposta del direzione del treno, o meglio, tutti i posti erano dalla parte opposta finché è arrivato un controllore e che ci ha detto che i sedili si potevano girare.


Subito non capivamo ma è stato troppo divertente vedere che tutti si alzavano per girare i posti 🤣


Le stranezze dell'Asia non finiranno mai di stupirci e il viaggio è stato incantevole.


Risaie, campi di the, folte jungle, deserti, montagne e laghi.


Il viaggio è durato 4 ore e anche qui la sensazione è che il tempo non sia mai in realtà trascorso.


Un senso di avventura davvero grande perché come sempre le porte del treno erano aperte ed era possibile sedersi e guardare fuori.


Realmente fuori con tutti i profumi che ci sbattevano contro, i colori e gli sguardi stupiti e curiosi dei contadini che nella terra ferma lavoravano la terra.


Arrivati a Nuwara Eliya abbiamo preso un tuk tuk che ci ha portato nell'hotel che era davvero splendido.


Il personale era un po' strano anche se come sempre molto gentile, ma la vista era incredibile: sul lago immerso nella leggera nebbia, sembrava proprio di essere in Inghilterra e non in Sri Lanka.


Avevamo degli sconti molto alti con booking.com e li abbiamo utilizzati qui, una coccola.


Sistemate le cose abbiamo fatto un giro attorno al lago dai tratti tipicamente inglesi anzi, tutto il panorama richiamava l'Inghilterra.


E questo era in contrasto con il candore e l'amicizia che gli abitanti trasmettevano ed è parlando con gli abitanti che abbiamo conosciuto un driver tuk-tuk estremamente gentile.


Ci ricordava un po' babbo natale. Ci siamo accordati per fare un tour il giorno dopo a Nuwara Eliya, tra cascate e piantagioni di tè.


Dopo una cena super buona in una cucina famigliare recensita benissimo su google Maps, siamo andati in hotel per prepararci all'avventura del giorno dopo.


Stanchi e un po' infreddoliti dal clima inglese, ma felici di essere immersi nella nebbia che rende sempre tutto un po' più magico.



--- giorno 10: La voce della Jungla ad Ella


Ad attenderci delle cascate incredibili dentro le quali, dopo una piccola camminata, si poteva fare il bagno.


È stato incredibile trovarsi così piccoli di fronte a tutta la potenza della natura.


In quel momento abbiamo provato una grande meraviglia e un senso di fragilità oltre che di simpatico pericolo nel senso che la guida ci ha detto dopo aver fatto il bagno che nell'acqua potevano esserci delle sanguisughe.


Ci mancavano solo quelle 🤣


Dopo una stupenda strada panoramica sulla valle, siamo andati a visitare una fabbrica di tè dove abbiamo potuto vedere come veniva coltivato e lavorato.


Ah sì, ci stavamo dimenticando, faceva veramente freddo!


Finito il tour improvvisato con Jaya, il tuk tuk driver, siamo ritornati a mangiare nella cucina casalinga della sera prima, dove si mangiava il cibo tipico dello Sri Lanka cucinato sul momento e con ingredienti naturali (sotto i riferimenti).


Ci siamo poi diretti ad Ella sempre con il treno che sapevamo potesse essere super pieno e infatti così è stato.


Siamo però stati fortunati o meglio... Guidati, perché visto c'era troppa gente e non si riusciva a salire, siamo entrati nella carrozza bagagli dove c'erano solo altre 6-7 persone e dove per starci è bastata una bustarella al controllore 🤣


Questa tratta in treno è tra le più famose in tutto lo Sri Lanka ma se dobbiamo essere sinceri, la tratta che ci è piaciuta di più è stata quella del giorno prima da Kandy a Nuwara Eliya.


Per niente conosciuta e forse per questo più autentica, molto meno turistica.


Questo non toglie che il viaggio sia stato comunque bellissimo (e molto lungo, ci abbiamo messo circa 4-5 ore per fare 100km) e l'arrivo ancora di più, perché sebbene lo sgomento iniziale della difficoltà per arrivare alla guest house che avevamo prenotato il giorno prima , la vista wow...


Era tra le più belle e selvagge di tutto lo Sri Lanka.


A parte la dolcezza della mamma del gestore il cui sorriso ci rimarrà per sempre nella memoria, il luogo era tutto ciò che si poteva volere.


Semplice, essenziale, e circondato da una natura che ti fa sentire a casa ma al contempo ti fa sentire estremamente piccolo.


Ci siamo poi accorti che a un minuto, in mezzo alla jungla, c'era uno dei ristoranti più buoni e meglio recensiti dove abbiamo pranzato.


Più che ristorante era una cucina famigliare aperta al pubblico, dove si svolgevano anche corsi di cucina e gli ingredienti utilizzati nei piatti erano davvero a km0: infatti dai tavoli si potevano vedere gli ortaggi che crescevano nel campo di fronte, di proprietà di questa famiglia.


Qui abbiamo mangiato il kottu più buono in assoluto.


Scendendo poi lungo la ferrovia e camminando tra le rotaie (sotto foto) era possibile in 20 minuti raggiungere il centro di Ella, che non è molto grande ma è davvero incantevole e pieno di locali e negozietti.


Dopo una breve visita dei paraggi visto era oramai tardi abbiamo chiesto alla signora della guesthouse la cena.


L'avessimo mai fatto.


Delle porzioni anche qui gigantesche (da almeno 5 persone) che abbiamo appreso sono la norma per i Sri lankesi.


Che abbiamo capito mangiano molto.


Quasi come gli elefanti che mangiano 200kg di erba al giorno 😄


A cena ci siamo fermati a parlare con la famigliola che gestiva la guest house e ci siamo fermati a ridere sulle diversità tra Sri Lanka e Italia.


Ad esempio ci sono rimasti malissimo che in Italia non abbiamo i tuk tuk, che i treni viaggiano a 400km all'ora e solo con le porte chiuse, che abbiamo abitudini alimentari completamente diverse.


È stata una serata leggera, divertente e ricca perché ci ha fatto comprendere quanto la diversità sia solo una condizione nella mente e che per quanto usi e costumi possono essere opposti, in fondo siamo tutti uguali, e possiamo esser tutti legati da una nota del cuore.


Anche se non si parla bene la stessa lingua.


Chi è d'altronde veramente diverso se non nei limiti della nostra mente?


Ci siamo addormentati con il cuore colmo di gratitudine per aver l'opportunità di vivere e sperimentare tutto questo e trovare in ogni volto una sensazione di casa, anche se così geograficamente lontani dalla nostra casa.



--- giorno 11, 12 e 13: Ella


Il tempo ad Ella è stato leggero ed estremamente presente.


Qui abbiamo avuto modo di girare, di goderci l'allegro centro città dove per la prima volta nella nostra vita abbiamo mangiato l'avocado toast (e qui l'avocado è veramente a km 0) e passeggiare in natura, fare escursioni tra cascate e jungla.


L'ultimo giorno abbiamo pensato di fare un'ultima passeggiata tra le rotaie senza una meta precisa, giusto per il gusto di camminare in quel contesto che ci sembrava estremamente quieto, lento e ristoratore.


Gli eventi ci hanno portato, chissà come, a fare una scalata di 2 ore per raggiungere il punto panoramico più alto di Ella Rock.


La salita è stata davvero difficile, a tratti credevamo di non farcela ma l'arrivo è stato spettacolare


La discesa ancor di più, sebbene siamo passati vicino a diversi alveari GIGANTI di api e tane di cobra.


Siamo arrivati alla guest house in ritardo rispetto all' ora di check-out distrutti ma felici, estremamente grati per l'esperienza che ci era data vivere.


Siamo così ripartiti per l'ultima tappa stravolgendo ancora una volta il programma.


Dovevamo andare a fare un safari nell'estremo sud dello Sri Lanka e invece ci siamo trovati a Galle, accompagnati da un driver davvero amorevole che ci ha parlato del figlio e ci ha offerto durante il viaggio un dolce tipico al latte di cocco e delle noci di cocco (sotto il contatto)


Arrivati a galle la meraviglia.


Lo vedrai con i tuoi occhi nelle foto ma anche questa cittadina (sito UNESCO) ci è rimasta nel cuore.


Un mix di culture diverse, colori, profumi. Un'antica città coloniale in cui arrivarono i portoghesi nel XVI secolo, poi gli olandesi e infine gli inglesi. Era il porto principale dello Sri Lanka, e le case presentano stili architettonici europei e tradizioni asiatiche.


Purtroppo non avevamo molto tempo a disposizione, ma anche qui è stato tutto perfetto.


Abbiamo dormito anche qui grazie agli sconti di Booking, in un hotel all'interno della zona del Forte nella città vecchia, e ci siamo preparati all'ultimo giorno.




--- giorno 14: Ritorno a Casa


Una parte di noi era già nostalgica di questa nazione ma l'altra era anche felice di poter tornare a casa e portare tutta questa nuova consapevolezza.


Questo senso di semplicità e bellezza nella vita di tutti i giorni.


Ci siamo alzati con l'idea di andare in spiaggia a fare una semplice passeggiata, ma ancora una volta il fato ci ha portato a conoscere un signore molto gentile a cui stavano molto simpatici gli italiani, che ci ha accompagnato a fare un piccolo tour della zona.


Sebbene i nostri programmi erano completamente diversi, accettare la sua proposta è stata una fortuna perché siamo andati a visitare un tempio tra i più energeticamente forti che abbiamo sentito in questo viaggio.


Siamo poi andati in un ospedale per tartarughe marine che ci ha toccato il cuore.


A parte la commozione di vedere le tartarughe appena nate, anche il senso di responsabilità che abbiamo verso tutti gli esseri, anche e soprattutto quelli acquatici.


Ci ha colpito il cuore conoscere le storie di queste tartarughe rimaste invalide per le attività dell'uomo: reti da pesca, incidenti con navi e plastica...


Sì, perché non ci pensiamo mai ma ogni cosa che facciamo tocca tutti gli esseri.


🐢 Ci siamo commossi nel sentire storie di tartarughe che a causa della plastica non potevano più scendere in profondità perché avendola ingerita si sono gonfiate a tal punto da galleggiare forzatamente.


In questo caso il trattamento consisteva nel fornire dei farmaci che potessero aiutare a sciogliere la plastica, per poi fare tornare in mare le tartarughe. Questo nell'arco di un tempo di 2-3 mesi.

Purtroppo però le tartarughe danneggiate dalla plastica che arrivano negli ospedali sono solo il 20%, le altre purtroppo non si riesce a salvarle.

Incredibile i danni che come specie umana facciamo, ma al contempo anche la bellezza che possiamo costruire.


Siamo usciti in silenzio, quasi in lutto per quanto appreso e visto con i nostri occhi e per mezz'ora non abbiamo parlato né tra di noi né con il driver.


Ci ha portato in una spiaggia bellissima, a Unawatuna, e in silenzio, ancora colpiti per l'esperienza vissuta abbiamo camminato vedendo tanta plastica in giro per la splendida spiaggia tropicale.


E abbiamo sentito rassegnazione e tristezza nel vedere la gente che prendeva il sole e lasciava l'immondizia sulla spiaggia senza pensarci.


Cosa potevamo fare se non metterci all'opera?


Abbiamo così iniziato a raccogliere plastica e portarla nei cesti.


È stata come un'azione di ricapitolazione dove abbiamo rivissuto tutto quanto e abbiamo dato il nostro contributo per lasciare quel posto che tanto ci aveva dato.


Un po' migliore.


Basta veramente poco per lasciare un mondo migliore ai nostri figli e a tutte le creature che non urlano, ma che soffrono in silenzio per i nostri comportamenti inconsapevoli ma che hanno delle conseguenze.


Abbiamo ripulito per quanto potevamo.


C'era ancora molto da fare, ma ci ha colpito quando alcuni locali ci hanno ringraziato per quello che stavamo facendo.


Quel che però dentro di noi volevamo fare, non era un ringraziamento anzi, a dire il vero in quel momento non ci importava nulla.


Quel che desideravamo era che ognuno facesse la sua parte perchè come scrive Paulo Coelho:

Il mondo cambia con il tuo esempio, non con la tua opinione.

... se un individuo può fare molto attraverso il proprio esempio, immaginate una moltitudine di persone che adottano un comportamento e uno stile di vita etico e responsabile.


Questo ci ha risvegliato lo Sri Lanka.


Da quel contatto visivo con l'elefante ni giorni iniziali del viaggio, a ogni sguardo, ogni gesto di gentilezza dato e ricevuto sino a quest'oggi con le tartarughe, il senso di questo viaggio è forse questo.


Accogliere la bellezza, abbandonare ogni tipo di aspettativa e controllo e lasciare il mondo un posto un po' migliore di come l'abbiamo ritrovato.


Grazie per questo viaggio percorso insieme a noi.


Che queste condivisioni possano trasmetterti quel senso di unione con la vita e interconnessione che in questo tempo abbiamo respirato 🙏


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